Cavalleria
rusticana è un'opera in un unico atto di Pietro Mascagni,
andata in scena per la prima volta il 17 maggio 1890 al Teatro
Costanzi di Roma, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti
e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni
Verga.
Viene spesso rappresentata a teatro, o incisa su disco, insieme
a un'altra opera breve, Pagliacci,
di Ruggero Leoncavallo.
Iniziatore di questo singolare abbinamento, fu lo stesso Pietro
Mascagni, che nel 1926, al Teatro alla Scala di Milano, diresse,
nella stessa soirée, entrambe le opere.
In passato la
Cavalleria rusticana veniva talvolta eseguita insieme a Zanetto,
opera dello stesso compositore.
Trama
La scena
si svolge in un paese siciliano durante il giorno di Pasqua.
Ancora a sipario calato, si sente Turiddu, il tenore,
cantare una serenata a Lola, sua promessa sposa che durante
il servizio militare di Turiddu ha però sposato Alfio.
La scena si riempie di paesani e paesane in festa, giunge anche
Santa, detta Santuzza, attuale fidanzata di Turiddu, che non
si sente di entrare in chiesa sentendosi in grave peccato.
Entra allora in casa di mamma Lucia, madre di Turiddu, chiedendole
notizie del figlio.
Lucia
dice a Santuzza che Turiddu è andato a Francofonte
a comprare il vino, ma Santa sostiene di aver visto Turiddu
che si aggirava sotto la casa di Lola. La stessa notizia arriva
anche ad Alfio, che ignaro di tutto va a trovare Lucia. A questo
punto Santuzza svela a Lucia la relazione tra Turiddu e Lola.
Egli ormai
l'ha disonorata per ripicca contro Lola, alla quale prima
di andare soldato aveva giurato fedeltà eterna,
e che ora continua a frequentare sebbene sia sposata. Giunge
dunque Turiddu che discute animatamente con Santa; interviene
anche Lola che sta per recarsi in chiesa, e le due donne si
scambiano battute ironiche.
Turiddu
segue Lola, che è sola perché il marito
lavora. Santuzza augura a Turiddu la malapasqua e, vedendo
arrivare Alfio, gli denuncia la tresca amorosa della moglie.
Dopo la messa, Turiddu offre vino a tutti i paesani, anche
ad Alfio, che nel rifiutarlo, lo abbraccia e gli morde l'orecchio
sfidandolo a duello.
Turiddu corre a salutare la madre e fingendosi
ubriaco, le dice addio e le affida Santuzza.
Subito
dopo si sente un vociare di donne e popolani. Un urlo sovrasta
gli altri: "Hanno ammazzato compare Turiddu!".
Brani celebri
O Lola, c'hai di latti la cammisa, canzone siciliana di Turiddu
Il cavallo scalpita, Alfio
Voi lo sapete, o mamma, aria di Santuzza
Tu qui, Santuzza, duetto di Santuzza e Turiddu
Intermezzo sinfonico (tra la prima e la seconda scena)
Viva il vino spumeggiante, brindisi di Turiddu
Mamma, quel vino è generoso, "addio alla madre" di
Turiddu