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IPOTESI - L'ODISSEA SCRITTA DA UNA DONNA
E se Omero fosse Omera? Una tesi stravagante, ma sostenuta da un autorevole studioso dell'800. Che di nuovo viene presa sul serio. (di Giorgio Ieranò)

L'Odissea è stata scritta da una donna. Da una principessa giovane e bella, che abitava in Sicilia, a Trapani, e nel poema ha tracciato, con lieve malizia, anche il suo autoritratto. L'autrice dell'Odissea, infatti, si nasconde sotto la maschera di Nausicaa, la figlia del re dei Feaci, che nella finzione epica accoglie il naufrago Odisseo e ascolta il racconto delle sue incredibili avventure. Quando Samuel Butler (1835-1902) delineò questa ipotesi, pareva difficile che qualcuno potesse dargli credito.

Il suo libro, The Authoress of the Odyssey, apparso a Londra nel 1897, sembrava l'estrema stravaganza di un libero pensatore. Eppure, Butler non era solo uno stravagante. Era un uomo di cultura enciclopedica, un erudito, uno scrittore caustico e raffinato. In Erewhon (1872), inventandosi un umoristico regno d'Utopia, aveva messo alla berlina rigori e prurigini dell'Inghilterra vittoriana. E sulla sua traduzione inglese dell'Odissea si baserà James Joyce per progettare le peregrinazioni di Leopold Bloom-Ulisse.

Ora il libro di Butler esce in edizione italiana (L'autrice dell'Odissea, Edizioni dell'Altana), con la prefazione di un illustre storico delle religioni, Dario Sabbatucci. È ormai passato un secolo, ma l'idea che dietro uno dei capolavori canonici della cultura occidentale si nasconda una giovane donna continua a percorrere la sua rotta nel mare magno della filologia omerica, da sempre affollato di stravaganze e bizzarrie.

Già Robert Graves, nel suo I miti greci (1955), aveva preso la cosa sul serio: "È difficile non essere d'accordo con Butler. Il tocco leggero, umoristico, naïve, pieno di spirito dell'Odissea non può che essere il tocco di una donna". Graves era stato affascinato a tal punto dall'ipotesi butleriana da costruirci sopra un romanzo, La figlia di Omero, che Guanda ha ripubblicato pochi anni fa.

Protagonista e io narrante, l'autrice dell'Odissea, ovvero la Principessa Nausicaa. Ma la suggestione del libro di Butler è ancora ben viva come dimostra il francese Louis Paret, che solo pochi anni fa ha pubblicato un saggio intitolato L'Odissea di Omera(1992).

Butler fonda la sua ipotesi su una lettura impressionistica, ma non priva di fascino, dell'Odissea. Con un commento a ogni canto, mette in luce i dettagli che svelerebbero un tocco femminile. Solo una donna, dice, avrebbe potuto mettere in bocca a Odisseo queste parole di congedo dai Feaci: "Possiate rendere felici le vostre spose".

Solo una scrittrice avrebbe fatto incontrare a Odisseo, nel regno dei morti, le donne famose del passato prima degli uomini illustri. Solo una donna. insomma, poteva costruire una splendida architettura di avventure fantastiche intorno a una lunga e tenace fedeltà coniugale. In fondo, già un grande filologo settecentesco, Richard Bentley, aveva detto qualcosa di simile: "Omero ha composto l'Iliade per gli uomini e l'Odissea per l'altro sesso".

Ma chi era l'autrice dell'Odissea? Butler soggiornò a lungo in Sicilia, ricevuto con tutti gli onori dalle autorità locali e ingozzato di granite e pastarelle. Qui si convinse che il viaggio di Ulisse altro non era che un periplo della Sicilia. Scheria in particolare, la mitica terra dei Feaci, corrispondeva a Trapani. Ma perché, si chiede Butler, proprio Scheria e le sue donne sono così affettuosamente descritte?

Forse perché l'autrice dell'Odissea era una donna di Scheria: magari proprio la bella Nausicaa. Il tocco femminile spiegherebbe le diversità tra Iliade e Odissea: da un lato splendori di morte e selvaggia violenza, dall'altro avventure fantastiche e delicate descrizioni di universi domestici. segue>> Nausicaa e Odisseo

[da Panorama del 30/7/98, pagina 123] Riportata da http://www.altana.net/Panorama.htm

 
 

 
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