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Rigoletto è un'opera
in tre atti di Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratta
dal dramma di Victor Hugo Le Roi s'amuse ("Il re si diverte").
La prima ebbe luogo l'11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia.
Questi gli interpreti di quel debutto: Il Duca di Mantova,
Raffaele Mirante, tenore; Rigoletto, Felice Varesi, baritono;
Gilda, Teresina
Brambilla, soprano; Sparafucile, Feliciano Ponz, basso; Maddalena,
Annetta Casaloni, contralto; Giovanna, Laura Saini, mezzosoprano;
Il Conte di Monterone, Paolo Damini, baritono; Il Cavaliere
di Marullo, Francesco Kunerth, baritono. Il Conte di Ceprano,
Andrea
Bellini, basso.Con Il trovatore (1853) e La traviata (1853) è parte
della cosiddetta "trilogia popolare" di Verdi.Centrato
sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte,
Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca.
La stessa sorte era toccata nel 1832 a Le Roi s'amuse, bloccata
dalla censura e riproposta solo 50 anni dopo la prima.Nel dramma
di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla
critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze
della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco
I, re di Francia. Nell'opera si arrivò al compromesso
di far svolgere l'azione alla corte di Mantova, a quel tempo
non più esistente, trasformando il re di Francia nel
duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet
a Rigoletto. Intenso dramma di passione, tradimento, amore
filiale
e vendetta, Rigoletto non solo offre una combinazione perfetta
di ricchezza
melodica e potenza drammatica, ma pone lucidamente in evidenza
le tensioni sociali e la subalterna condizione femminile in
una realtà nella quale il pubblico ottocentesco poteva
facilmente rispecchiarsi. Dal punto di vista musicale abbiamo,
fin dal
preludio, il ripetersi costante del Tema della maledizione,
la ripetizione
della nota Do in ritmo puntato.
La
scena è ambientata a Mantova
e dintorni nel XVI secolo.
Atto I
Al Palazzo Ducale di Mantova, durante una festa, il duca discorre con il fido
Borsa su una fanciulla (Gilda) che egli vede sempre all'uscita della chiesa
(Della mia bella incognita borghese). Borsa lo distrae mostrandogli le beltà delle
dame presenti (Quante beltà... mirate). Il duca allora, dopo aver intonato
una canzone al suo spirito libertino (Questa o quella per me pari sono), corteggia
la duchessa di Ceprano, provocando la rabbia del marito, che viene schernito
da Rigoletto, il buffone di corte. Intanto il cortigiano Marullo racconta ai
suoi amici (Gran nuova!) che Rigoletto, sebbene gobbo e deforme, avrebbe un'amante
(Quel mostro? Cupido? Cupido beato!). Ma la presunta amante, come si scoprirà,
altri non è che la figlia Gilda.
Palazzo Ducale di Mantova.Improvvisamente appare il conte
di Monterone, vecchio nemico del Duca, che lo accusa pubblicamente
di avergli sedotto la figlia. Rigoletto lo irride (Voi
congiuraste contro noi, signore) e Monterone maledice lui
e il duca. Il duca ordina di arrestare il conte, mentre
Rigoletto, spaventato per le parole di Monterone, fugge.Mentre è sulla
strada di casa il buffone viene avvicinato da Sparafucile,
un sicario prezzolato, che gli offre i suoi
servigi. Rigoletto lo allontana. Quindi, giunto sulla soglia
di casa, ripensa alla sua vita infelice da buffone e alla
maledizione di Monterone, che lo ha profondamente turbato
(Quel vecchio maledivami).Tornato a casa, riabbraccia Gilda
e si raccomanda alla cameriera Giovanna di vegliare su di
lei (Veglia, o donna, questo fiore).
Ma Gilda, che il duca ha avvicinato in chiesa spacciandosi
per lo studente Gualtier Maldè, è già segretamente
innamorata di lui (Caro nome).Nelle vicinanze Marullo sta
organizzando con un gruppo di cortigiani il rapimento di
quella che crede essere l'amante
di Rigoletto (Zitti, zitti, moviamo a vendetta) e si fa aiutare
dallo stesso inconsapevole buffone che, bendato, gli tiene
ferma la scala d'accesso al verone. Solo quando tutti sono
partiti, egli capisce la verità.
Atto II
All'oscuro di tutto, il duca di Mantova, recatosi a cercare Gilda, torna a
palazzo e si dispera per il suo rapimento (Ella mi fu rapita). Quando i cortigiani
lo informano di aver rapito l'amante di Rigoletto, egli comprende cosa è successo
e si fa portare Gilda in camera (Possente amor mi chiama).Entra Rigoletto e
sfoga la sua ira imprecando contro i cortigiani che gli impediscono di raggiungere
la stanza dove si trova
la figlia (Cortigiani vil razza dannata). Esce Gilda e finalmente
rivela al padre come ha conosciuto il giovane di cui ignorava
la vera identità (Tutte le feste al tempio). Per vendicare
la figlia disonorata, Rigoletto medita una terribile vendetta.Passa
frattanto Monterone, che sta per essere condotto al supplizio.
Il vecchio nobile si ferma e osserva il Duca ritratto
in un quadro, constatando che la sua maledizione è stata
vana. Quindi esce. Udite le sue parole, Rigoletto replica
che la vendetta invece arriverà (Sì, vendetta,
tremenda vendetta!). Egli ha già deciso di rivolgersi
al sicario Sparafucile per chiedergli di uccidere il duca.
Atto III
La locanda di Sparafucile, nella periferia di Mantova. Il duca è lì,
adescato da Maddalena, la sorella del sicario e canta un elogio all'amore libertino
(La donna è mobile). Mentre si avvicina un temporale, fuori dalla locanda
Rigoletto conversa con Gilda; egli ha deciso di far toccare con mano alla figlia
chi sia veramente l'uomo che ella continua, nonostante tutto, ad amare.Il duca
amoreggia con Maddalena (Bella figlia dell'amore), quindi va a schiacciare
un pisolino al piano superiore. Rigoletto
dà ordine alla figlia di tornare a casa e di partire
immediatamente alla volta di Verona, dove egli intende raggiungerla,
travestita da uomo per la sua incolumità; quindi si
allontana anch'egli dalla locanda. Ma Gilda, già in
abiti maschili, torna presso la taverna e ascolta il drammatico
dialogo che vi si svolge. Maddalena infatti, invaghitasi
anch'essa del giovane, supplica il fratello di non uccidere
lui bensì il mandante del delitto, Rigoletto, non
appena giungerà con il denaro. Sparafucile non ne
vuole sapere, ma alla fine accetta un compromesso: ucciderà il
primo uomo che entrerà nell'osteria. Gilda decide
immediatamente di sacrificarsi per il duca: ella bussa alla
porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal
sicario.Sparafucile consegna il corpo in un sacco a Rigoletto
che è soddisfatto
di aver portato a compimento la vendetta, quando ode in lontananza
la voce del duca che canta La donna è mobile. Sconvolto
e raggelato, si chiede allora di chi sia il corpo nel sacco.
Lo apre e vede Gilda in fin di vita, che in un ultimo anelito
chiede perdono al padre e muore tra le sue braccia. Rigoletto,
disperato, si rende conto che la maledizione del vecchio
Monterone si è avverata (Ah la maledizione!).
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